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5) Medicina Ambientale e Alimentazione. (11)

Agosto 19, 2018|di  Mirko Kaswalder|

5) Medicina Ambientale e Alimentazione. (11)

1) Alimentazione ed epigenetica L’epigenetica studia quella struttura biochimica connessa ai geni e deputata ad attivare o bloccare l’espressione dei geni stessi, che può a sua volte venire influenzata da vari fattori (chimici, elettrici, etc.). L’esempio più semplice degli effetti epigenetici dell’alimentazione è quello dell’ape regina che presenta un patrimonio genetico identico a quello di tutte le altre api. L’alimentazione con la pappa reale la porta a diventare un’ape fertile, morfologicamente completamente diversa dalle altre. L’alimentazione in questo caso porta all’attivazione dei geni che trasformano l’ape in ape regina.

Degli esempi che ci riguardano sono l’aumento preoccupante di obesità e diabete dovuto ad abitudini alimentari sbagliate. Dobbiamo pensare che è vero che siamo quello che mangiamo e che l’alimentazione può influenzare il nostro aspetto morfologico ma anche il nostro aspetto psicologico e mentale. Per quanto riguarda l’aspetto epigenetico si è visto che i figli dei soggetti obesi nascono sovente sovrappeso anche se la madre osserva una dieta: cioè senza una variazione genetica viene trasmesso ugualmente un difetto morfologico.

2) Effetti neuro-endocrini degli alimenti Molti alimenti contengono delle sostanze simili dal punto di vista chimico ai nostri ormoni e come questi possono interferire con i recettori ormonali. Un esempio è la soia, un legume simile ai ceci molto usata nei paesi orientali. E’ importante per l’apporto di proteine, vitamine e grassi insaturi che possono contrastare l’eccesso di colesterolo. E’ molto usata anche nell’alimentazione degli animali e circa il 70 % della soia prodotta a livello mondiale è OGM. Può essere presa ad esempio per gli effetti neuro-endocrini per la presenza dei fitoestrogeni (sostanze ad azione estrogenica naturalmente presenti in numerose piante). Questi effetti possono avere effetti positivi (es: per le donne in menopausa che iniziano ad avere carenze estrogeniche) ma nello stesso tempo negativi se viene assunta a grandi dosi sempre per gli stessi effetti estrogenici che possono portare al cancro del seno. Questo richiama a quanto scrive il ricercatore Walter Longo, dobbiamo prestare attenzione a quelle sostanze e sapori cui non siamo abituati specie per tradizione: la soia è usata da generazioni nei paesi orientali dove la popolazione è resistente ai suoi effetti nocivi, nei paesi occidentali dobbiamo prestare maggiormente attenzione.

3) Sostanze di sintesi (4) “L’uomo vive sulla terra da qualche migliaio/milione di anni. 100 mila da homo sapiens, 5 milioni da primate antropomorfo ma discende (ca. 570 milioni di anni fa) dai metazoi, formanti una lunga teoria di organismi collegati tra loro sul piano genomico, immunogenetico e biochimico. Questo significa che il suo sistema immuno-competente e il suo stesso genoma si sono andati trasformando assai lentamente adattandosi via-via alle condizioni dell’ambiente circostante. In particolare i nostri recettori cellulari sono in genere glicoproteine inserite nella membrana plasmatica dei vari ceppi cellulari e rappresentano il portato di milioni di anni di evoluzione e, quindi il frutto di una co-evoluzione adattativa con l’ambiente (ambiente in lentissima evuluzione…fino a pochi secoli fa). Ma, negli ultimi 200 anni è cambiato tutto: in particolare esistono più di 100 mila molecole chimiche di sintesi che possono interagire in modo del tutto nuovo con i nostri recettori cellulari…. molecole di sintesi non coevolute con noi e quindi con i nostri recettori cellulari, possono entrare in contatto con le suddette proteine, modificandone la conformazione tridimensionale e/o determinandone l’attivazione, innescando complesse cascate biochimiche che, in ultima analisi, modulano l’espressione genica cellulare e lo stesso assetto epigenetico”. L’organismo non riconosce e spesso non riesce ad eliminare queste sostanze che vengono depositate negli spazi intercellulari (matrice) e che vanno ad interferire con il normale funzionamento biochimico (da quì il grande aumento di patologie croniche degenerative), quando riesce a metabolizzarle o eliminarle si trova in difficoltà per il gran numero di queste e la quantità; non riusciamo cioè a smaltire il carico tossico. Non è più vera l’affermazione di Paracelso che è la dose che fa il veleno ma è piuttosto vero che la dose rende il danno manifesto. Gran parte degli additivi alimentari e dei fitofarmaci sono sostanze di sintesi, ed anche a basse dosi possono produrre dei danni. Non possiamo più considerare accettabili nell’alimentazione i valori di certi residui di fitofarmaci o additivi alimentari non certamente innocui, specie quando l’organismo non riesce a metabolizzarli ed eliminarli.

4) Fitofarmaci (8) Il modello industriale si è trasferito anche all’agricoltura con la “rivoluzione verde” con l’uso di fertilizzanti e pesticidi. Si calcola che in Europa vengano immesse nella biosfera 220.000 tonnellate di pesticidi (fonte Eurostat 2003) ed in Italia oltre 150.000 tonnellate nel 2008 (fonte ISTAT). Distinguiamo principalmente pesticidi tipo carbamati, organoclorati, organofosfati, piretroidi per i diversi meccanismi d’azione. Ma poi all’interno di ogni classe di pesticidi la maggioranza si diversifica per delle piccole differenze chimiche create apposta dalle case produttrici: appena un prodotto raggiunge in un terreno il limite consentito dalla legge una piccola modifica industriale permette al produttore di ripartire da zero con un pesticida simile ma con un nome diverso. Il rapporto ISPRA del 2016 è molto chiaro e fa un sunto della situazione in Italia. “Il monitoraggio dimostra una diffusione ampia della contaminazione. Pesticidi sono presenti nel 63,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 31,7% di quelle sotterranee, più che nel passato. Le frequenze sono più basse nelle acque sotterranee, ma i pesticidi sono presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. Sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti. Indice, questo soprattutto, di una maggiore efficacia complessiva delle indagini. La contaminazione è più diffusa nella pianura padanoveneta. Questo dipende largamente dal fatto che lì le indagini sono generalmente più rappresentative. Nelle cinque regioni dell’area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell’intera rete nazionale.” Anche se le 224 sostanze di sintesi diverse fossero tutte nei limiti di legge possiamo pensare all’effetto cumulativo che provocano. I residui di fitofarmaci nella frutta e nel vino hanno una rilevanza particolare. Tra i fitofarmaci sono stati individuati circa 105 composti con attività endocrina: il 46 % sono insetticidi, il 21 % erbicidi ed il 31 % fungicidi. Alcuni sono vietati da anni ma sono ancora presenti nell’ambiente ( es. DDT, atrazina ). Gli effetti sulla salute riconducibili all’azione di interferenti endocrini sono: disfunzioni ormonali, sviluppo puberale precoce, diminuzione della fertilità, abortività spontanea, disturbi autoimmuni, aumento di diabete, obesità, tumori etc.

5) Additivi alimentari Conservanti, coloranti, antiossidanti, correttori di acidità, addensanti, stabilizzanti, emulsionanti, antiagglomeranti, esaltatori di sapidità, edulcoranti, cere, schiumogeni; non possiamo dire altrettanto che i fitofarmaci ma comunque nel caso di sostanze di sintesi i problemi sono similari. Sono alcune centinaia di sostanze di origine naturale e non, molti additivi sono ritenuti non tossici, per altri esiste il sospetto di intolleranza oppure un sospetto o un forte sospetto di tossicità, altri sono considerati pericolosi, altri non sono ammessi in UE oppure in altri paesi non UE, altri cancerogeni. Sarebbe auspicabile consentire solo l’uso di additivi assolutamente non tossici di cui sia certa la possibile metabolizzazione ed eliminazione da parte dell’organismo. Si porta ad esempio l’ E 171 (biossido di titanio) un colorante bianco usato per dolciumi, farmaci, cosmetici etc. e considerato non tossico. E’ sempre un metallo che non ha mai fatto parte della nostra catena alimentare e che, anche se assunto in piccole dosi l’organismo fatica ad espellere e può essere responsabile di una risposta immunitaria aspecifica.

6) La catena alimentare Rappresenta il tramite d’elezione di introduzione per tutte le sostanze presenti nell’ambiente, le quali, penetrando la catena, si introducono nell’organismo (ad esempio attraverso l’assunzione di acqua contaminata) e possono essere trasferite dalla preda al predatore. Non a caso l’alimentazione rappresenta una delle principali vie di esposizione dell’organismo animale agli inquinanti ambientali (G. Tognoni).

Molte sostanze tossiche sono persistenti (POP Persistent Organic Pollutants) poichè persistono alla degradazione e possono percorrere anche lunghe distanze dal luogo di emissione, non conoscono confini e si depositano attorno al globo trasportate da correnti dell’aria e del mare. I POP si concentrano nel tessuto adiposo degli organismi attraverso il processo noto come bioaccumulo.

Da quì la necessità di cambiare a livello alimentare la possibile presenza di sostanze tossiche o non metabolizzabili o eliminabili dall’organismo. Quindi non più presenza entro i limiti ma totale assenza. I limiti per le sostanze che l’organismo non riesce a riconoscere, processare, metabolizzare o eliminare non esiste.

7) OGM Già dagli inizi del novecento sono state impiegate delle tecniche di miglioramento genetico (per mutagenesi e per incrocio) che non portavano alla creazione di OGM.

Per OGM intendiamo un essere vivente che possiede un patrimonio genetico modificato tramite tecniche di ingegneria genetica, che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici anche con altre specie (transgenici).

Gli OGM sono oggi utilizzati principalmente nell’ambito dell’alimentazione, dell’agricoltura, della medicina, della ricerca e dell’industria.

E’ un campo molto vasto ma si vuole rilevare che, anziché piante resistenti a parassiti, sono state create diverse piante resistenti a potenti erbicidi come il glifosato. E’ il caso del mais e della soia OGM (circa il 70 % della produzione mondiale) sono resistenti agli erbicidi che vengono usati sul terreno di coltivazione ma poi questi erbicidi si ritrovano all’interno delle piante e degli animali alimentati con queste. Quindi gli effetti sulla salute nel caso di erbicidi, o di metaboliti di questi, con effetti neuroendocrini, teratogeni, etc.